Prestiti tra parenti e amici? Ecco come tutelarsi dal fisco

 

Oggi più che mai scambiarsi Prestiti tra parenti e amici è diventata una consuetudine. La pandemia del Coronavirus ha causato la chiusura di molte attività, perdita di lavoro, riduzione degli orari di lavoro e molte persone si sono trovate in forte difficoltà. Non sempre i sussidi erogati dal Governo bastano ed ecco che subentrano parenti e amici ad aiutare prestando piccole somme di denaro ma come fare per regolare la situazione ed evitare problemi sia con il fisco sia con le norme che limitano l’uso del contante? Va bene prestare del denaro ad un familiare o un amico in difficoltà finanziaria, ma dal punto di vista legale e fiscale è buona norma adottare qualche accorgimento in più per tutelarsi.

Andiamo a capire insieme come fare.

 

Come funziona il Prestito di denaro

 

Prestiti tra parenti e amici? Ecco come tutelarsi dal fiscoL’articolo 1813 del codice civile indica che “il mutuo è il contratto col quale una parte (mutuante) consegna all’altra (mutuatario) una determinata quantità di denaro o di altre cose fungibili, e l’altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità”. Di fatto con il termine “mutuo” si indica qualsiasi forma di Prestito: prestiti di piccole somme, ecco il caso di parenti e amici, sia nel caso di prestiti di grandi somme erogate da Banche ed Istituti di Credito, come la Cessione del Quinto dello Stipendio o della Pensione, il Mutuo Acquisto Prima Casa o il Mutuo Ristrutturazione Casa. Nel primo caso, la restituzione del Prestito non prevede la corresponsione di interessi proprio perché siamo tra parenti e amici, si tratta quindi di un prestito infruttifero o a titolo gratuito. Nel secondo caso, invece, la restituzione della somma di denaro prevede la corresponsione degli interessi perché si tratta di un prestito fruttifero o a titolo oneroso.

 

Come formalizzare il Prestito di denaro tra parenti e amici

 

Quando si presta del denaro, anche se a titolo gratuito a parenti e amici, è sempre opportuno formalizzare per iscritto la natura del Prestito, in modo da non far scattare presunzioni di onerosità a carico del parente/amico che ha ricevuto il denaro, dal momento che gli interessi devono essere indicati nella dichiarazione dei redditi e tassati. Formalizzare per iscritto il Prestito di questa piccola somma di denaro semplicemente attraverso una scrittura privata tra le parti è utile al fine di dimostrare l’esistenza del Prestito, nel caso di inadempimento da parte del parente/amico o per difendersi da eventuali accertamenti fiscali.

Molto spesso, soprattutto in questo periodo, dal momento che si tratta di importi di denaro di poche centinaia di Euro, si ricorre all’uso del contante e ciò induce a pensare di non essere in presenza di un contratto.

 

Scrittura privata tra le parti e la consegna della somma di denaro

 

La scrittura privata tra le parti dovrebbe contenere:

  • l’identificazione dei soggetti interessati;
  • l’importo della somma prestata;
  • le modalità di restituzione;
  • i tempi di restituzione del prestito;
  • la data dell’operazione (è consigliabile conferire alla scrittura privata data certa tramite scambio di PEC tra le parti o apponendo una marca temporale al documento).

 

Per quanto riguarda, invece, la consegna di denaro al parente/amico, la cosa più corretta e giusta da fare è versare la somma attraverso un bonifico bancario o un assegno, in quanto entrambi sono strumenti di pagamento tracciabili, con una causale come “prestito infruttifero personale per xy”, “prestito infruttifero familiare per xy” in modo da documentare e giustificare in futuro l’operazione.

Inoltre, dallo scorso 1° luglio 2020 con i nuovi limiti sull’uso del contante, qualsiasi cifra al di sopra di 2.000 Euro deve essere trasferita con forme di pagamento tracciabili, anche se trattasi di Prestiti o donazioni di denaro tra parenti o amici (è sconsigliabile aggirare le norme frazionando gli importi donati o prestati in quanto eventuali accertamenti fiscali potranno tener conto dell’intera somma cumulativa). A partire dal 1° gennaio 2022 il limite scenderà ulteriormente, arrivando a 1.000 euro.