Prestito Inpdap decennale: un prestito per lavoratori e pensionati pubblici

Grazie ad un prestito pluriennale garantito, come ad esempio il prestito Inpdap decennale, è possibile far fronte a comprovate necessità personali o familiari.

Lavoratori e pensionati che operano nel pubblico, nel caso di bisogno di denaro, possono rivolgersi all’INPDAP per poter accedere ad un prestito agevolato. Anche se l’Istituto di previdenza e assistenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica è stato soppresso nel 2011, le sue attività sono ancora presenti all’interno dell’INPS. É quindi tutt’ora possibile richiedere un prestito INPDAP decennale.

L’INPDAP – INPS offre molte varietà di prestiti in base alle esigenze del soggetto richiedente: c’è il piccolo prestito che può essere restituito nell’arco di un anno; i Prestiti pluriennali garantiti che si dividono in quinquennali o decennali. Ora vedremo da vicino il prestito INPDAP decennale.

Prestito Inpdap decennale: diretto o garantito

prestito Inpdap decennaleIl Prestito pluriennale diretto prevede delle regole di erogazione (riportate dal Regolamento INPS): viene concesso solo in presenza di documentate spese personali. Coloro che ne possono usufruire sono tutti i dipendenti e pensionati pubblici che si sono iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.

Il rimborso del finanziamento può essere scelto tra due processi: quinquennale e prevede un totale di 60 rate mensili e decennale che prevede un rimborso in 10 anni, cioè 120 rate mensili. La rata mensile non potrà mai supera il quinto dello stipendio o della pensione. Il tasso d’interesse nominale annuo per il prestito decennale INPDAP è del 3,50% , bisogna poi aggiungere le spese di amministrazione che sono lo 0,50% e il premio fondo rischi. Il rimborso del prestito inizia dal secondo mese successivo a quello dell’erogazione della somma finanziata.

Oltre ad esserci quello diretto, c’è anche il Prestito pluriennale garantito. Questo prestito viene assicurato dall’INPS Gestione Dipendenti Pubblici nel caso si presentino alcune eventualità: riduzione dello stipendio, conclusione del contratto di lavoro senza diritto alla pensione, decesso del beneficiario prima dell’estinzione del prestito.

I soldi vengono concessi da banche o finanziare convenzionate e non dall’INPS. Come nel caso precedente: le rate non possono superare un quinto dello stipendio mensile; ne possono usufruire tutti gli iscritti alla Gestione unitaria per le prestazioni creditizie e sociali con almeno 4 anni di servizio effettivo; la somma deve essere rimborsata con un piano quinquennale o decennale. In questo caso non è possibile conoscere anticipatamente il tasso d’interesse applicato poiché esso dipende dall’ente finanziario a cui ci si appoggia. Agli interessi e alle spese di amministrazione del finanziamento, vanno aggiunte: le spese d’amministrazione dell’INPS (0,50%) e il premio di rischio di insolvenza che è dell’1,5% per i prestiti di 5 anni e del 3% per quelli di 10.