Arriva il Reddito di Libertà: a chi è rivolto e come richiederlo

 

È ufficiale: arriva il Reddito di Libertà, è stato pubblicato in Gazzetta lo scorso 20 Dicembre con il nuovo DPCM, il Decreto Rilancio. Si tratta di un bonus di 400 Euro mensili dedicato alle donne vittime di violenza e rientra nelle misure adottate per fronteggiare l’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus. L’obiettivo del contributo è di favorire l’indipendenza economica e l’autonomia delle donne vittime di violenza e che vivono in condizioni di povertà. Ecco come fare per presentare domanda e ottenere il contributo.

 

Reddito di Libertà: cos’è e come funziona

 

Arriva il Reddito di Libertà: a chi è rivolto e come richiederloI dati Istat relativi al 2020 (anno del lockdown) hanno registrato un aumento del 79.5% rispetto all’anno precedente delle chiamate al numero 1522, numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking. Pertanto, tra le misure adottate dal Governo per far fronte all’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, ha inserito anche il Reddito di Libertà, che permetterà a tutte le donne vittime di violenza di emanciparsi e rendersi autonome economicamente, attraverso dei percorsi formativi messi a disposizione dal Governo stesso, aiutandole anche nel percorso scolastico e formativo dei figli minori affinché abbiano la possibilità di ricominciare a vivere in un clima più tranquillo e sereno. Il Governo con il Decreto Rilancio ha stanziato 3 milioni di Euro di risorse, garantendo un importo di 400 Euro al mese ad ogni donna vittima di violenza sola o con figli minori e che sia seguita dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali nell’ambito dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. Il contributo sarà erogato per dodici mensilità e sarà compatibile con il Reddito di Cittadinanza.

 

Reddito di Libertà: come fare domanda

 

Per ottenere il Reddito di Libertà sarà necessario inoltrare la propria domanda direttamente all’INPS. Alla domanda sarà necessario allegare anche una dichiarazione firmata dal rappresentante legale del Centro antiviolenza che ha preso in carico l’interessata e che ne attesti il percorso di emancipazione ed autonomia intrapreso. Non potrà essere accolta più di una domanda relativa alla medesima beneficiaria, presentata nella stessa o in altra regione. Al momento l’INPS non ha ancora reso disponibili le modalità di trasmissione delle domande e nemmeno le modalità di pagamento.