Congedo di maternità, novità importanti: le istruzioni Inps
Con una Legge del 2000 è stata prevista la possibilità, per le lavoratrici dipendenti, di utilizzare il congedo di maternità in forma flessibile, ossia posticipando un mese dall’astensione del lavoro: anziché due mesi prima del parto e tre dopo, solamente un mese prima e quattro dopo. Questa possibilità, di posticipare il congedo di maternità di un mese, è fattibile solamente in presenza di un certificato da parte del medico competente che attesti che questa opzione non andrà a creare problemi alla salute alla futura mamma e al bambino. A tal proposito, l’Inps con la Circolare n. 106 del 29 Settembre 2022, chiarisce tutti gli aspetti connessi alla verifica della documentazione sanitaria da presentare.
Congedo di maternità: come funziona
Le lavoratrici dipendenti che intendono accedere al congedo di maternità devono presentare un’apposita domanda al proprio Datore di Lavoro e congiuntamente all’Inps, ente erogatore dell’indennità, allegando le certificazioni sanitarie richieste entro il settimo mese di gravidanza. Per le future mamme che volessero accedere al congedo di maternità flessile, ossia posticipando l’astensione dal posto di lavoro di un mese, dovranno indicare nella domanda la possibilità di esercitare la flessibilità del congedo. Queste ultime, in aggiunta, dovranno presentare le certificazioni sanitarie attestanti che la prosecuzione dell’attività lavorativa durante l’ottavo mese di gravidanza non arrechi pregiudizio alla salute della mamma e del nascituro. Le certificazioni sanitarie dovranno essere rilasciate da un medico specialista del servizio sanitario nazionale o da un medico convenzionato, nonché dal medico aziendale.
Congedo di maternità: le novità introdotte dall’Inps
L’Inps, al fine di contrastare l’aumento dei ricorsi amministrativi e in alcuni casi anche giurisdizionali delle lavoratrici private e della gestione separata, ha voluto chiarire nella circolare che la verifica dei certificati medici non deve incidere in alcun modo sugli aspetti indennitari della maternità, ossia sugli importi degli assegni di maternità, ma sulle eventuali responsabilità del Datore di Lavoro in modo da tutelare maggiormente le mamme lavoratrici.
La novità introdotta dall’Inps è che ora la documentazione sanitaria richiesta non deve più essere presentata all’Inps, come era previsto precedentemente, ma solamente ai propri Datori di Lavoro. Inoltre, è stato riconosciuto alle lavoratrici dipendenti la facoltà di astenersi dal lavoro esclusivamente dopo il parto, quindi di usufruire dei cinque mesi di congedo di maternità dopo la nascita del bambino. Ovviamente sempre con il certificato da parte del medico competente che attesti che questa opzione non andrà a creare problemi alla salute della mamma e al bambino.