Cos’è il Taeg? Il Tasso annuo effettivo globale, cosa implica veramente?

Quando si parla di prestiti e di finanziamenti, si fa spesso riferimento al Taeg: una sigla che ormai sembra entrata nel vocabolario di tutti. Ma è davvero così? Siamo realmente consapevoli di cos’è il Taeg? In primo luogo, è opportuno sottolineare che si tratta del Tasso Annuo Effettivo Globale, noto anche come indicatore sintetico di costo o indice sintetico di costo: in pratica, è l‘indicatore di tasso di interesse di un prestito (o di un’altra operazione di finanziamento), e viene espresso in percentuale.

Il compito del Taeg è quello di indicare l’effettivo costo del prestito: cioè il costo che il cliente deve alla banca o all’istituto di credito. Esso comprende le spese di emissione della pratica e il Tan, cioè il Tasso Annuo Nominale, che non è altro che la percentuale di interesse relativa al prestito. Il ruolo del Taeg è quello di mettere a disposizione del clienti un solo indicatore di interesse che includa le spese accessorie e il tasso di interesse sul prestito effettivo: per calcolarlo è indispensabile, quindi, individuare il tasso di interesse che faccia sì che la somma totale che dovrà essere rimborsata dal cliente alla scadenza del finanziamento sia uguale alla somma del credito che il cliente stesso ha ottenuto.

 

Cos’è il Taeg? Come viene regolata questa tassa dalla legge

 

Cos'è il TaegLa legge fissa i criteri che governano il Taeg: fanno parte del calcolo, al di là della struttura del rimborso finanziario, i bolli statali, le assicurazioni obbligatorie, le commissioni di incasso e le spese di istruttoria della pratica. Gli oneri fiscali sono entrati a farne parte solo dal 1° giugno del 2011. Occorre precisare, d’altro canto, che non incidono sul calcolo del Taeg le assicurazioni non obbligatorie e le tasse, come per esempio le imposte di registro quando si ha a che fare con dei mutui.

Il sistema normativo italiano ha introdotto il Taeg solo di recente, con la Deliberazione del Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio numero 10688 del 4 marzo del 2003: spetta alla Banca d’Italia il compito di identificare i servizi e le operazioni per la segnalazione di questo indice.