Cos’è il Pensionamento Forzato e quando scatta
Tutti i lavoratori, indipendentemente dal settore in cui sono impiegati, hanno come obiettivo il raggiungimento della Pensione. Per alcuni di loro però la data di pensionamento è molto incerta, per altri invece gli può essere imposta.
La possibilità di proseguire il rapporto lavoro
La maggior parte dei lavoratori attende con ansia il momento in cui andranno in Pensione. Al contrario però ci sono alcuni lavoratori che scelgono, per motivi economici, personali o professionali, di continuare l’attività lavorativa nonostante abbiano i requisiti anagrafici e contributivi per accedere alla Pensione.
La possibilità di proseguire il rapporto di lavoro è stata introdotta con la Riforma Fornero nel 2011 per incentivare i lavoratori prossimi alla Pensione a continuare l’attività lavorativa fino ai 71 anni d’età.
Proseguire con il rapporto di lavoro comporta un beneficio per il lavoratore stesso: scegliendo di proseguire l’attività lavorativa ha la possibilità di ottenere un assegno pensionistico maggiore. Ci sono differenze però tra il settore privato e quello pubblico: nel settore privato è incentivata la permanenza del dipendente nel luogo di lavoro mentre nel settore pubblico la tendenza è opposta e si incoraggia il lavoratore a lasciare il posto di lavoro.
Dipendenti Settore Privato: quando scatta il Pensionamento Forzato
I lavoratori nel settore privato possono decidere di rimanere al lavoro e procedere con la loro attività lavorativa ma solamente a seguito di uno specifico accordo con il Datore di Lavoro. Va precisato che la prosecuzione del rapporto di lavoro fino ai 71 anni non è un diritto del lavoratore ma è una possibilità che gli viene data e che dev’essere condivisa con il Datore di Lavoro valutando i pro e i contro della situazione.
Se non c’è stato alcun accordo tra il Dipendente e il suo Datore di Lavoro, quando il lavoratore dipendente compie 67 anni il Datore di Lavoro gli può imporre il “licenziamento ad nutum” ossia il licenziamento libero e può farlo senza fornire alcuna motivazione per raggiunti limiti di età del lavoratore (resta comunque valido il requisito contributivo che dev’essere pari a 20 anni). Nel caso in cui nel contratto collettivo figurino clausole particolari, il rapporto di lavoro può sciogliersi a 65 anni d’età o al raggiungimento del limite previsto dal contratto stesso.
Dipendenti Pubblici: quando scatta il Pensionamento Forzato
I lavoratori nel settore pubblico seguono regole diverse. Raggiunti i requisiti anagrafici e contributivi per la Pensione scatta automaticamente la cessazione del rapporto di lavoro. Non sono previsti accordi tra il dipendente e il Datore di Lavoro per proseguire l’attività lavorativa. I limiti di permanenza in servizio nella Pubblica Amministrazione possono essere superati solamente nei casi i cui il lavoratore debba acquisire il diritto alla Pensione di Vecchiaia a 67 anni ma mai per raggiungere i 71 anni d’età come nel settore privato.
In sostanza in tutti i casi che esulano dal Pensionamento Anticipato, il rapporto di lavoro prosegue oltre il limite d’età ordinamentale solamente per garantire al lavoratore la possibilità di maturare i requisiti contributivi minimi per la Pensione.