I vitalizi sono stati aboliti alla Camera, cosa cambia adesso
A fine Luglio la Camera ha votato con 348 si, 17 no e 28 astenuti, l’abolizione dei vitalizi. Questo comporterà un ricalcolo delle Pensioni attraverso il sistema contributivo, l’applicazione della Legge Fornero ma solo a partire dalla prossima legislatura, e sanzioni per le Regioni che non si adegueranno ai principi contenuti dalla Legge. Sono queste le principali novità che fanno parte della proposta di Legge Richetti “in materia di abolizione dei vitalizi e nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei membri del Parlamento e dei consiglieri regionali”.
Ai Parlamentari in carica e a quelli futuri, verrà fatto il calcolo della Pensione attraverso il sistema contributivo vigente per i dipendenti pubblici. Non scompaiono le Pensioni o gli assegni dei Parlamentari ma verranno certamente tagliati e assottigliati di un 20% circa. Ad oggi si contano 1338 vitalizi alla Camera e 1405 al Senato, per un totale di 200 mila Euro annui. Ogni caso verrà preso in considerazione e calcolato in base agli anni passati in Parlamento. Con le nuove regole sono stati inseriti due tetti minimi: uno di 980 Euro per chi ha poche legislature alle spalle e uno di 1470 Euro per i vitalizi che avrebbero dovuto subire un taglio di oltre il 50%.
Per 67 ex deputati l’assegno rimarrà invariato. Non ci saranno variazioni nemmeno per le vedove di ex parlamentari. Confermato invece nessun vitalizio per chi è stato condannato in via definitiva. I più colpiti saranno coloro che hanno ottenuto il vitalizio nonostante la scarsa presenza in Parlamento. Per coloro invece che hanno passato molti anni in Parlamento e che hanno versato molti contributi, non cambierà poi molto.
L’obiettivo del nuovo Governo con i tagli dei vitalizi, è quello di creare un Fondo da destinare all’aumento delle Pensioni minime ma la proposta per entrare in vigore, dovrà passare anche al Senato, che al momento si trova in una situazione di stand by, e poi alla Corte Costituzionale.