Malattia: quando sospende le ferie e quando il lavoratore rischia il licenziamento
La Malattia è un’indennità che l’Inps eroga quando il lavoratore dichiara una momentanea incapacità di svolgere l’attività lavorativa a causa dell’insorgere di un evento morboso. A differenza di quanto credono in molti, durante il periodo di assenza dal lavoro per malattia, il dipendente non percepisce lo stipendio dal Datore di Lavoro ma percepisce un’indennità sostitutiva che non equivale al 100% della retribuzione prevista per il lavoratore ma varia a seconda della categoria professionale alla quale appartiene il lavoratore. La malattia viene anticipata dal Datore di Lavoro che si fa carico dei primi 3 giorni di malattia nella percentuale indicata nel CCNL di riferimento e dal quarto giorno in poi interviene interamente l’Inps.
In quali casi la malattia sospende le ferie
Siamo nel pieno dell’estate e visto il periodo è importante capire come il lavoratore deve comportarsi in caso di malattia durante le ferie. La malattia può sospendere il godimento delle ferie solamente se la malattia o la patologia del lavoratore è talmente grave da impedire il recupero delle energie psicofisiche; condizione che il medico deve verificare. Le ferie in questo caso si sospendono e il lavoratore avrà diritto di goderne in un secondo momento. Logicamente sarà necessario valutare caso per caso, in ragione della compatibilità della malattia con le ferie stesse.
Quali sono i doveri del lavoratore durante la malattia
Nei periodi di malattia il lavoratore dipendente ha dei diritti intangibili ma ha anche dei doveri nei confronti del Datore di Lavoro. Durante il periodo coperto dall’indennità il lavoratore dipendente deve rispettare determinati doveri se non vuole incorrere in problematiche, in particolare:
- Deve fare comunicare la malattia al proprio Datore di Lavoro;
- Deve richiedere il certificato di malattia al proprio Medico di Base;
- Deve rispettare gli orari di reperibilità previste per le visite fiscali;
- Deve evitare tutte quelle attività che potrebbero peggiorare le proprie condizioni di salute o che potrebbero rallentare il percorso di guarigione aumentando quindi il periodo di malattia e di assenza dal lavoro.
La Corte di Cassazione, infatti, ha stabilito con la sentenza n. 6047/2018 che una condotta contraria e non benevola alla guarigione può portare al legittimo licenziamento in quanto lo svolgimento di queste attività rischiose porta a presumere l’inesistenza stessa della malattia.