Opzione Donna: ecco chi può accedervi nel 2019
L’Articolo 16 del Decreto Legislativo n. 4/2019 ha rinnovato la possibilità per le donne di andare in Pensione prima, rispetto ai normali criteri anagrafici e contributivi, ma solamente se si opta per un assegno interamente calcolato con il metodo contributivo.
Com’è nata l’Opzione Donna
L’Opzione Donna è stata introdotta con la Legge Maroni n. 243 del 2004. Con l’introduzione della Riforma Fornero nel 2011 è stata riscoperta in massa in quanto consente di anticipare l’uscita di diversi anni rispetto alle regole ordinarie (41 anni e 10 mesi di contributi versati indipendentemente dall’età anagrafica per la Pensione Anticipata o il raggiungimento della Pensione di Vecchiaia a 67 anni d’età unitamente a 20 anni di contributi versati).
A chi è rivolta l’Opzione Donna
La possibilità di accedere all’Opzione Donna e anticipare la Pensione è rivolta alle lavoratrici iscritte all’AGO, l’assicurazione generale obbligatoria, e ai fondi sostitutivi ed esclusivi in possesso di contribuzione alla data del 31 Dicembre 1995, quindi a tutte le lavoratrici impiegate nel settore privato, pubblico e le lavoratrici autonome. Non possono invece accedere all’Opzione Donna tutte le lavoratrici iscritte alla Gestione Separata.
Requisiti Anagrafici e Contributivi dell’Opzione Donna
Secondo le ultime modifiche apportate al Decreto Legislativo n. 4/2019 possono accedere all’Opzione Donna le lavoratrici dipendenti con 58 anni d’età e le lavoratrici autonome con 59 anni d’età, unitamente a 35 anni di contributi effettivamente versati entro il 31 Dicembre 2018. Di fatto l’Opzione Donna è rivolta alle lavoratrici dipendenti nate entro il 31 Dicembre 1960 e le lavoratrici autonome nate entro il 31 Dicembre 1959.
L’Opzione Donna e il metodo contributivo
Chi decide di accedere all’Opzione Donna e anticipare di diversi anni la Pensione deve per forza optare per il calcolo totalmente contributivo. In questo modo potranno accedere subito alla Pensione ma avranno una decurtazione dell’importo dell’assegno pensionistico che oscillerà tra il 25% e il 35% in meno rispetto all’assegno pensionistico calcolato con il sistema misto. Il calcolo andrà a variare in base all’età delle lavoratrici e alle caratteristiche di carriera, retribuzione e di anzianità lavorativa maturata alla data di acceso al regime.
In generale, le lavoratrici che vantano una carriera anticipata, ossia con livelli retributivi molto elevati percepiti fin dai primi anni di iscrizione all’Inps, otterranno una riduzione minore rispetto a chi, a parità di anni lavorati, ha percepito uno stipendio più basso e di conseguenza ha versato meno contributi rispetto alle lavoratrici in carriera.