Pensioni: in assenza dei requisiti minimi perdi i contributi versati
Per avere accesso alla Pensione di Vecchiaia e ottenere l’assegno pensionistico, l’ordinamento italiano stabilisce che bisogna aver maturato almeno 20 anni di contributi versati e congiuntamente aver raggiunto un’età anagrafica di 67 anni.
Sempre secondo l’ordinamento italiano ci sono delle categorie di lavoratori dipendenti che possono ricevere un trattamento diverso. È il caso dei lavoratori precoci e dei lavoratori che hanno svolto attività considerate usuranti e gravose per un determinato periodo della loro vita. Solamente questi lavoratori possono beneficiare dell’uscita anticipata dal mondo del lavoro e andare in Pensione prima del tempo previsto.
Quando i contributi versati si considerano persi
Può succedere però che il lavoratore abbia svolto dei periodi di lavoro versando i contributi ma che non siano validi ai fini del raggiungimento del diritto alla Pensione. La Legge in questo caso è chiara e al riguardo ci sono molte sentenze della Corte di Cassazione che lo confermano: purtroppo non spetta nessun rimborso ai lavoratori che hanno versato i loro contributi durante il periodo di lavoro e che, una volta concluso il rapporto di lavoro, non hanno ottenuto il riconoscimento della Pensione. Ma quali sono i casi?
I contributi versati si considerano persi solamente nel caso in cui il periodo lavorativo sia minore di 20 anni, ossia quando il lavoratore ha devoluto alle casse dello Stato e quindi all’Inps i contributi relativi ad un periodo di lavoro inferiore ai 20 anni. Il requisito principale per avere accesso alla Pensione, anche ai fini del riconoscimento della Pensione Anticipata, è il versamento di almeno 20 anni di contributi. Se l’interessato non è in possesso di questo requisito fondamentale, perde i contributi versati e non può in alcun modo rivolgersi all’Inps per ottenere un rimborso.